Questo “blog”, che si intitola “liberipopoari.it” ha come sottotitolo “una finestra sul mondo”, che è molto giusto, solo che poi, fatalmente, si finisce per parlare sempre delle cose sotto casa , dell’Italia, come se il nostro Paese fosse quel mondo invocato. Quindi, nel nostro quotidiano, è più una “finestra sul cortile”, molto meno “ecumenica” di come il nostro osservatorio ci obbligherebbe a fare; più ancora per persone non lontane dal pensiero cattolico (che significa universale).
Ora, è pur vero che il precetto che obbliga ad amare il prossimo parrebbe suggerire una entità prossima, quindi vicina, ossia in un ambito inteso come spazio fisico. Ma questi concetti si stanno dimostrando ogni giorno di più superati perché la dimensione “globale” dei problemi e l’intreccio che ne è tra loro, rendono il “prossimo” più vicino, annullando di fatto il concetto di prossimità come distanza fisica per sostituirlo con i nuovi spazi che oggi, in un mondo interamente connesso, ci obbligano ad essere “ecumenici”.
Esempi di questa rivoluzione la cui leva principale sta nell’informatica, ve ne sono a bizzeffe; dapprima, questa non è una novità, la voce, l’altoparlante che si leva, incessante, con parole e messaggi, dalla sede della cattolicità, da questo papa che ci mostra, ci richiama e ci spinge ad agire in una dimensione la più globale, dove i problemi dell’uomo si presentano con la crudezza delle guerre, della fame, delle deportazioni (chiamate eufemisticamente migrazioni), e ci dice “questo è il tuo prossimo”.
Ma una sveglia sta impietosamente chiamandoci anche sul fronte “laico”, della politica fattasi a misura del mondo.
Scorriamoli, seppure a volo d’uccello, questi nuovi e inaspettati problemi che ci scuotono nel profondo e dai quali non possiamo chiamarci fuori perché qui, ci apparirà paradossale, il “prossimo” siamo noi medesimi.
Già nell’ultimo dopoguerra persone dall’alta statura, intuirono la dimensione europea come prodotto generatore di pace sempre più coeso e autorevole; la pace c’è stata, ma l’amarezza oggi viene dalla presenza di correnti politiche che la vorrebbero portare all’indietro. In questo non facendo scuola da altri esempi che, pure riunendo molti Paesi sotto un principio di stabilizzazione e di pace (vedi l’ONU), non possono dare gli esiti voluti perché, anche qui, ci sono i più grandi che remano contro con il diritto di veto su ogni operazione umanitaria che può dispiacere all’America, piuttosto che alla Russia…… Un mal esempio diffuso che sta prendendo spazio in una Europa che sembrava postata su binari virtuosi. Questo mal esempio si traduce, ancora una volta, nel far pagare l’esito dell’egoismo che produce ai più poveri della terra.
E’ di questi giorni lo scatto di solidarietà del nuovo governo spagnolo offrendo a una nave carica di derelitti un approdo, una speranza di campare, da altri negata.
E non è tutto. Diciamo di cose che meritano di essere valutate, anche nelle loro contraddizioni, ma importanti per il futuro di questo nostro mondo che ha volte sembra avere perso i lumi della ragione.
Alla elezione del Presidente americano Donald Trump, tre quarti del mondo s’è stracciato le vesti per quella figura nuova, informale, così diversa dalla tradizione, anche un po’ carnevalesca, posta alla guida della prima potenza mondiale, vedendo in quel fatto i rischi che il resto della società mondiale avrebbe corso. E delle scelte molto discutibili questa America ne ha già fatte molte, in economia, sui dazi, un atteggiamento di chiusura che preoccupa molta parte del mondo. Poi cosa succede? Che tra una carnevalata e l’altra, quell’uomo riesce ad avvicinare una delle persone più a rischio per la pace mondiale, quel Kim Jong-un, dittatore assoluto di Nord Corea, detentore della bomba atomica e “parlare con lui” (magica parola il dialogo), e lo fa a prescindere da tutti i G, 7, 8 o altri, tutte sedi molto potenti ma di fatto inidonee, inadeguate, a risolvere i problemi che riguardino il mondo e non solo gli interessi di ognuno di quelli seduti a quei tavoli importanti.
Intanto, anche questa è finestra sul mondo e giusto per non nasconderci dietro il classico dito, vediamo come il pianeta non sia più regolato dalle istituzioni, dalle norme degli stati democratici, che risultano in quota sempre maggiore una finta. Il mondo risulta dominato dai cosiddetti “social” che di fatto hanno già “schiavizzato” miliardi di persone le quali accettano senza ribellarsi; questi non pagano (tutte) le tasse, come farebbe pantalone, ma sono “amati” da tutti. Come si farebbe a governare l’Italia senza twitter? Perché, per i politici moderni, non conta più quello che fai, ma solo quello che dici…….
Ultima ora. Due notizie, nel mondo, una negativa, l’altra positiva.
Quella negativa. Il Presidente americano Trump, appena elogiato per la sua ampiezza di vedute, sta legandosi al Presidente ungherese Orban, noto esponente della destra estrema e amico del “nostro” Salvini, per creare un grande asse populista che miri a dividere l’Europa. Il carnevale non termina mai.
Quella positiva. Il nostro fresco Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, in una bella intervista, proprio oggi sul Corriere, propone che l’Europa realizzi, nei paesi dell’africa dove si generano i migranti, nuovi centri di assistenza sotto la bandiera europea, finanziandoli (ecco la novità) con un prelievo alle multinazionali tecnologiche che oggi pagano poche tasse (vedi sopra). E’ da sperare che questa idea abbia spazio nel Governo dove lui siede e negli altri paesi partner europei. Auguri.
E così abbiamo aperto una finestra sul mondo.
Torneremo sul tema.
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