Se ne è andato un Grande. Averlo conosciuto di persona mi gratifica, e non è da tutti. A quell’uomo mi sono sentito vicino nella grande stima che ho avuto per lui e posso dire di avere tutt’ora perché, a prescindere da ogni sua filosofia o fede, è stato un uomo che ha posseduto la forza, enorme, di imprimere una svolta ai grandi problemi del mondo e a lui, ne sono certo, non può mancare un posto ove tutti i credenti ambiscono di andare.
Sto parlando di Michkail Gorbaciov, del quale tengo preziosa fotografia ove siamo raffigurati insieme, e in quella istantanea in cui porgo a lui un regalo è solo il pretesto per provare la vicinanza a uno dei più grandi personaggi che hanno arricchito l’intero mondo del XX° secolo usando la medicina della libertà e della democrazia in un universo in cui quelle categorie erano usate meno che col contagocce.
Oggi da tutte le voci del mondo si cita come fatto tra i più grandi successi la caduta del Muro di Berlino senza più dire che quel gesto è da attribuire a Gorbaciov. Sì perché, non è bello dirlo, ma può succedere, e qui è successo, che ai grandi gesti e ai grandi personaggi si neghi anche quel minimo di riconoscenza che meriterebbero. Quanto a Gorbaciov posso dire che mi sento affratellato, lui un gigante, io un signor nessuno ma con un legante che non può solversi, per nessuna ragione.
E allora, anche se la frase appare appiccicosa e sbilanciata tra i due soggetti di cui sto parlando, io a lui prometto una preghiera che sono certo accomuna nel grande intento del bene per l’umanità i miliardi di persone che lo desiderano, anche se, purtroppo, verifichiamo la tristezza di una cultura che sta avanzando, che è tutto meno che la pace.
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