Affermare che un fiore sia l’oggetto più gradevole e gradito, più leggiadro che si immagina è la pura verità. Da questa premessa si potrebbe affermare che il fiore, un fiore, sia quanto di più atteso da una persona da parte di altra.
Non è così, o non è sempre così. A volte ci sono momenti, condizioni tali per cui il fiore, oggetto così gradevole, deve scambiare il suo ruolo con altri gesti; il più conosciuto dei quali è quello che viene invocato in occasione di cerimonie funebri quando negli annunci del decesso, i dolenti invocano a superare l’offerta di fiori con le “opere di bene”.
In altre parole, e dispiace perfino dirlo, a un oggetto così gradito capita di doversi scostare per cedere il posto a momenti o valori superiori che, come poi dirò, prevalgono sulla leggiadria che il fiore porta con sé.
Qui, al proposito, vorrei brevemente sviluppare un ragionamento innestandolo sul tristissimo fenomeno della guerra in corso tra una Russia che invade e una Ucraina che viene invasa nel dispregio di norme e di diritti sacrosanti di un popolo.
Al dunque. Sembra non vero, ma si sta assistendo ad atteggiamenti, pronunciamenti, gesti di persone e gruppi che si schierano apertamente o ricercano attenuanti a favore dell’aggressore. E’ una sorta di incredibile assoluzione alla più smaccata aggressione di un potente, la Russia, verso una nazione indipendente, libera e democratica senza che vi sia un briciolo di ragione che giustifichi una aggressione militare in luogo di un (sempre possibile) dialogo, volta che vi fossero tensioni o problemi aperti.
Ora, cosa chiedono questi (finti) pacifisti? Di non aiutare gli ucraini a difendersi dall’invasore anche inviando loro armi, ma sostenendo la tesi “più armi più guerra” che, in parole povere, molto povere, significa consegnare una nazione, un popolo, nelle mani di un aggressore impedendo a questo di difendersi, com’è giusto e umano che sia, ma affrontando l’aggressore con inchini, tappeti rossi, fazzoletti o, forse, ci siamo, fiori, che sarebbero in tal caso mai così graditi alla spregiudicatezza di un personaggio come Putin e ai brividi che mette quando vediamo che non sa distinguere la vita delle persone dalla volontà di onnipotenza.
Invece gli ucraini si stanno battendo con le armi, fornite anche da Paesi amici, alleati nel difendere valori non negoziabili quali la libertà e la democrazia.
E’ in questo scenario che si mischiano presunti pacifisti, incapaci o in malafede di distinguere chi sta dalla parte della ragione e chi del torto. E di fatto sostengono, incredibile, di consegnare l’Ucraina ai russi accogliendoli come liberatori. Da che?
Quando le armi sono la legittima difesa, ce lo insegna il nostro appena celebrato XXV Aprile, non ci sono alternative e i fiori dei falsi pacifisti sono la sconfitta che non vorremmo mai vedere!
Grazie Umberto per questa riflessione, il diritto alla difesa è sacrosanto e fondamentale, senza però perdere la volontà e la forza della PACE. Difendersi con la capacità di vedere comunque un fratello in chi ti assale.
Un abbraccio
Giorgio