LA POLITICA, LE BANCHE, E I RISPARMIATORI

di Ermanno Pirola
Standard
bad bank

L’ Italia con i suoi rappresentanti è sempre la solita cenerentola.L’ Europa con il “bail in” ha introdotto un nuovo modo, giusto o no che sia, di gestire le “difficoltà” delle banche o meglio i loro “fallimenti”.

Questo è un ulteriore trasferimento del rischio di impresa delle banche ai cittadini risparmiatori, cioè un altro colpo messo a segno dal potente sistema delle banche e della finanza a livello europeo.Viene spontaneo chiedersi dov ‘ erano i nostri rappresentanti al Parlamento europeo quando è stata proposta ed approvata questa legge che non è certo avvenuto dalla sera alla mattina.

Gli altri paesi (Germania, Francia, Spagna, ecc.) prima che fosse approvata questa legge hanno provveduto a sistemare i problemi delle loro banche dovuti “non solo, ma anche” alla crisi economica che stiamo attraversando, con ingenti iniezioni di capitali, mentre molti politici italiani si sono limitati a dire che il nostro sistema bancario è solido scoprendone le “debolezze” solo dopo l’ approvazione di questa legge; forse ci si deve chiedere in base a quale “competenza” abbiano fatto queste affermazioni quando si scopre che certi parlamentari non sanno neppure di cosa trattano le leggi per cui hanno votato.

Il risultato è che oggi non si può più intervenire come è stato fatto negli altri paesi, perchè verrebbe considerato “aiuto di Stato” .

La cosa giusta sarebbe che fossero le altre banche a farsi carico della situazione, come sistema bancario, e poi tutte tornassero a fare le banche con la filosofia e la dottrina di un tempo e cioè che le banche non devono giocare sul rischio della finanza, ma solo operare con garanzie come è giusto che sia e garantire i clienti con un patrimonio come hanno o avevano le assicurazioni.

Arrivato il “calcio negli stinchi” la nostra politica è stata costretta a svegliarsi, ma come ?

Semplicemente riempendosi la bocca affermando di aver pensato a salvare, oltre alle banche, i piccoli risparmiatori con l’ invenzione delle “bad bank” (banca che raccoglie le sofferenze o cattiva banca).

L’ esempio ci arriva con l’ intervento su Banca Etruria, vengono raccolte le attività in sofferenza in una bad bank con tutti i crediti “difficilmente esigibili” che in pochi giorni verrà messa in vendita; ma qui viene il bello.

La gente comune si chiede chi potrebbe essere così pazzo da comperarla.

Balle, al contrario si tratta di una ottima operazione commerciale, perchè è una banca piena di crediti “difficilmente esigibili”, ma non tutti impossibili da recuperare e se acquistati per un boccone di pane da un’ impresa specializzata nel “ricupero dei crediti”, tipo Equitalia, si trasformerà in un vero affare.

Questa impresa spremerà i debitori perseguitandoli con tutti mezzi legali che le consentono di rifarsi sulle garanzie che le banche avevano certamente richiesto a garanzia dei crediti che avevano concesso (immobili, ipoteche, stipendi o pensioni, fideiussioni, ecc.) e sono certo che (prescindendo da modi illegali od al limite della legalità) molti di quei crediti riusciranno a ricuperarli.

Altro che proteggere i risparmiatori, molti verranno perseguitati con maggior forza e crudeltà.

Scrivi un tuo contributo


2 Commenti

  1. L’autore di questo pezzo, signor Pirola, non spiega ancora in maniera comprensibile, quali sono le eventualità che lo Stato, ossia noi cittadini, finisca per rimetterci dei soldi per tenere in piedi le banche. Perchè, pare, gli acquirenti dei crediti deteriorati, da un lato farebbero un affare se riescono a collocarli (comprandoli a pochissimo e vendendoli a molto di più), abbiano le “garanzie dello Stato”. Su che cosa?

  2. Caro Ermanno, non condivido quando, in fondo al tuo articolo scrivi: “questa impresa spremerà i debitori….”. Mi è stato insegnato che ogni debito deve essere saldato, e che prima di chiedere un prestito di fare chiarezza nel progetto di utilizzo di questi denari. Per quanto mi riguarda è giusto che vengano utilizzati tutti i mezzi per recuperare il denaro prestato. Altrimenti quale “giungla” sarebbe, chiediamo tanto poi ci condonano…..