Ora che il Governo si è insediato, e stando a quanto enunciato dalle due forze che lo compongono, tutti si aspettano provvedimenti per applicare la flat tax, da una parte, e analoga legge (o decreto o quel che sia) per il reddito di cittadinanza.
Ma le due cose non compaiono e uno (ingenuo) penserebbe: sarà per le critiche che le opposizioni hanno mosso a quelle due cose e per il semplice motivo che non stanno in piedi: una legge che produce meno entrate e un’altra che vuole una valanga di quattrini.
Il ragionamento è (sarebbe) elementare che più non si può, ma questa condotta dei due capi partito nasconde una verità che ha poco a che vedere col programma promesso.
S’è aperta la lotta per la supremazia tra Lega e M5s; per questo a Salvini occorre una grande dose di propaganda e lui che ci sa fare gioca alla grande sul tema dei migranti, perfino col colpo di teatro di chiudere i porti (sapendo che il gesto non risolve nulla se non una sofferenza in più per quelle povere persone), accompagnando quel “diktat” con una enfasi quotidiana che fa leva sulla pancia dell’opinione pubblica, che così applaude, e della flat tax chi si ricorda?
Di Maio, che ci sa fare ma in gara come trombone con Salvini, perde, non è in grado di spendere elementi forti in concorrenza con la Lega (del promesso reddito di cittadinanza si sono resi conto tutti, primo Di Maio, che così non regge) e per “competere” con Salvini gli restano cose di poco conto e che non tengono il passo con la “concorrenza”. Se pensiamo che ora Di Maio sta rincorrendo il problema dei “rider”, quei ragazzi che portano la pizza a domicilio, oppure l’annosa vicenda degli orari dei negozi, come se fossero (nel Governo del cambiamento) i primi problemi del Paese. E sapendo che i voti presi sono stati per ben altro; la gente si aspettava quello che Di Maio ha promesso e non è in grado di dare.
Intanto il roboante Salvini e la sua Lega ogni giorno crescono nei sondaggi e, politicamente, sta lavorando su temi ad effetto; il suo obiettivo è assorbire l’elettorato di Forza Italia e quegli altri Fratelli.
Al punto di svolta, aspettiamocelo, Salvini provocherà una crisi che ci porterà alle elezioni. Tempo qualche mese, prima o a ridosso delle elezioni europee.
E il PD? Il Centro Sinistra?, cosa fanno? In questo scenario si aprono spazi che non sarebbe logico lasciare alla vendemmia del solo Salvini, ma c’è quanto basta per poter affrontare cose molto più serie; e ora occorre uno scatto. Si nota che l’elettorato di questi tempi dà segnali di fluidità e questo crea le condizioni per avviare il “richiamo” di quei molti (milioni) di elettori ex PD finiti nei 5stelle; ma per fare questo occorrono, subito, due cose: formare una specie di “troika”, formula nuova nel PD ma che qui ha lo scopo principale di dare il segnale che ora il PD è rinsavito e vuole fare cose sul serio e smetterla col peggior passato; la proposta deve avere uomini giusti che la rendano credibile e accattivante: ci sono. Al PD il personale politico non manca, ci sono dirigenti e uomini di governo di grande qualità, una spanna sopra ai 5Stelle e alla Lega. Renzi, con le sue indubbie qualità, in questa fase è bene che stia in panchina; di lui, il Paese oggi ha bisogno di questo.
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