Guerra, e poi ancora guerra

Umberto Cogliati
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Guerra

Il mondo va male, difficile negarlo; pullulano le guerre, e coloro che ne fanno strumento per darsi ragione pare che aumentino anziché diminuire. E così il popolo, miliardi di persone, si chiedono: noi chi siamo? Essere tanti a confronto con i pochi in democrazia non si dovrebbe discutere. Invece l’ascensore sociale col quale i miliardi di persone devono fare i conti è diverso, sono cambiate le regole. Cioè non sono cambiate ma ogni spazio di potere chi può, con tanta prepotenza, se lo prende passando sopra ad ogni numero, ad ogni rispetto per le persone, alla loro vita, ai loro diritti.

Io sono uomo della strada, non sono un politologo, ma come tutti ho occhi per vedere e orecchi per sentire quanto sta avvenendo, quindi chi legge non pretenda un trattato, di quelli che molti ne parlano molto,  tutti i  media, io sono uno che soffre vedendo quello che succede e ne parlo con un tratto elementare.

Nel merito. Non si può negare il processo della tecnica, a parte le conquiste spaziali, ma anche qui sulla terra con l’intelligenza artificiale, coi progressi nella medicina, coi big data in genere ecc. in pratica il progresso appena accennato non fa niente per aggredire le condizioni presenti dei numerosi conflitti che insanguinano il mondo.

Questo è lo scenario nel quale Israele si permette di far fuori migliaia di persone col pretesto, che in questi 40.000 uccisi si  “nascondano” dei banditi di Hamas. Le ultime voci raccolte in questi giorni, sulla condizione delle persone sequestrate  fanno rabbrividire: si può tenere dei civili senza nessuna colpa in un sotterraneo senza acqua, al buio senza luce, ogni persona sequestrata da sola, cibo poco, a sorpresa delle torture; i brividi sono poca cosa: questa è politica di Hamas. E’ una sorta di gara tra Hamas e Israele; anche quest’ultima è da maledire; sentite: dopo il cessate il fuoco concordato per pochi giorni, qualcuno si è presentato tardi all’appuntamento questo è bastato per uccidere più di una decina di persone (palestinesi). In questo clima si muovono uomini o bestie?

Poi quel “teatro” alla liberazione di pochi ostaggi (questi fantasmi ma ancora vivi) con i carcerieri incappucciati e col mitra come se stessero facendo non una  azione indegna per uomini (perdoniamo l’appellativo), ma stavano mettendo in libertà persone trattenute per mesi in condizioni animalesche come merce di scambio con Israele (perdonate queste citazioni ma sono ancora poche rispetto a quello avvenuto in quella maledetta regione).

Andiamo in Ucraina. Il primattore è il Presidente Volodimyr Zelensky. Di questo “ragazzo”, che ha sconvolto il mondo, molti, specie di quelli seduti in poltrona,  si sono sentiti autorizzati a  dire ogni mala cosa. Certo, al ruolo che gli è toccato svolgere, ha dimostrato di avere una tenuta che forse nessuno la può uguagliare. Poi una guerra va come va, e anche quando non la si vince, conta Qualcosa non perdere la Dignità.

E chi  critica non  dimentichi  che  in quel caso c’è chi sta dalla parte della  ragione  e  i prepotenti che vogliono averla la ragione, e non ci si dimentichi ancora che quel Presidente Ucraino ha gestito il torto di una invasione per difendere un Paese, il proprio, avendone il diritto alla grande.

Ora ci sono i nuovi attori, uno proclamava la fine della guerra in tre giorni. Alle condizioni che si palesano sarebbe che la guerra avrà fine ma spunterà un grande fine: che l’Ucraina sarebbe divisa in due, metà per uno alle due grandi potenze, e sappiamo chi sono. L’Ucraina sarà spogliata, in superficie e di sotto e in quello che c’è nel frigorifero (abbiamo presente la fame?) E siccome al momento della “spartizione” ognuno vorrà prendersi il massimo del, bottino, previsione non lontana dalla realtà, mette di fronte Zelensky a scegliersi un alleato tra i due per non trovarsi schiacciato da una tenaglia senza indulgenze.

E l’orientamento più plausibile si chiama Trump.

Mi si dirà che è pura fantasia. Vero, ma il mazzo di carte le potrebbe dare un giocatore che non c’è: l’Europa, o se c’è batta un colpo.

Fuori da una logica simile, Zelensky, o chi per esso, sparirebbero, coi tanti lutti e una grande dignità.

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