E’ fatta ? O no…..

di Umberto Cogliati
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Fatto il governo la forma è salva. Si vedrà se anche per la sostanza (ossia quello che l’Italia si attende), dal governo si avranno risposte.

Ma il governo, quello caduto e anche il nuovo, si muovono sulle gambe, e aggiungiamo sulle volontà, di chi lo compone.

Vediamo di trarre qualche commento, anche inusuale.

Primo: Giuseppe Conte, il capo di prima e il capo di oggi. Ci si chiede: con un cambio così importante della maggioranza, come può starci lo stesso premier? La ragione è più semplice di quel che si creda e la colleghiamo per molta parte a Salvini ma anche per la sua parte, ai 5 stelle di Di Maio.

Ecco come. L’atteggiamento di arroganza da padrone del mondo di Salvini, aggiungi i suoi atteggiamenti di istrione, un circo odioso con le divise militari e le immagini sacre ostentati, i comportamenti verso quei poveretti che obbligava a stare in mare, un insieme di atti più da baraccone che da Ministero degli Interni, a un certo punto si sono scontrate con la “vestina” di Giuseppe Conte. Presentabile, giacca e cravatta, sempre elegante ai tavoli dell’Europa, un insieme di atteggiamenti che “in foro esterno” hanno costruito un Conte “civile”, all’opposto di un Salvini barbaro e, notate, poco o nulla importava se, da Premier, abbia avallato, coperto, quando non promosso, quella robaccia, certo attribuita a Salvini e che l’Italia proprio non si meritava.

Diciamolo chiaro: Conte è stato un grandissimo furbo fino a costruirsi una impeccabilità di fronte al mondo, e lo schema appena detto sarebbe tranquillamente durato se il “capitano” Salvini, in un eccesso di mania di onnipotenza, tentando di togliere la fiducia a Conte, gli ha fatto un grande regalo. Conte, più furbo di lui e vedendo lungo, è quello che si aspettava; gli è bastato andare in Senato a vuotare il sacco su Salvini e il gioco fu fatto; in quel pomeriggio Conte si è rifatto una verginità. Ma viene fin troppo facile dire: “Conte, dov’eri tu quando Salvini combinava tutte le cose che gli hai rinfacciato? Eri un bidello o il Capo del Governo?” Che brutto teatro! Almeno (premio di consolazione?) si è ottenuto di “infilare” Salvini, del quale non se ne poteva più (pensate che fino a ieri ostentava ancora una blusa della Polizia Locale…)

Su Di Maio ci sarebbe tanto da dire; la tengo corta per non tediare ma le sue “trovate” , quelle di un Ministro del Lavoro che non ha mai lavorato, non sono da poco. Costui, nato con Grillo sventolando nelle piazze piene sacri principi, poi smentiti uno ad uno pur di andare a Palazzo Chigi; lo ricordiamo quando andò in Francia a sostenere gli eversivi gilet gialli, o quando con Salvini, misurava il tempo mancante a uscire dall’euro e/o dall’Europa; o le numerose gaffes collezionate verso Paesi anche fuori d’Europa: basta così, e il principio di non allearsi con nessuno è finito in cavalleria pur di andare al governo scrivendo un “contratto” che è risultato il documento più buio di tutto il dopoguerra (condottiero Conte).  E ora Di Maio è il Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, Paese fondatore dell’Europa….

Sfasciatosi il governo, il buon Mattarella si è visto costretto a incaricare il presidente politicamente meno cencioso sulla piazza per mettere su un nuovo governo purchessia. Posso affermare che questo Conte ha il profilo del mercenario, e lo porta bene?

E però un governo meglio averlo; le elezioni in questo momento avrebbero portato i milioni di pance alle quali parla Salvini a impadronirsi dell’Italia. Qualcuno obietterà che la democrazia è questo: chi ha un voto in più comanda; osservo solo come la storia, anzi, la Storia, insegna che possono valere anche le opportunità se ben spese e dentro la legge (non i colpi si stato).

Buon viso a cattivo gioco e il Capo dello Stato si è dovuto piegare. Ma a che?

La fortuna, è il caso di dire, è di aver trovato, litigiosi sempre ma ancora tanti e vivaci, personaggi che profumano ancora di Democrazia Cristiana e che sanno o ricordano come è fatta la politica, che è diversa da quella di Salvini, dei 5stelle e più ancora di Conte.

Tra di loro, i PD, sarebbero stati lì ancora a litigare (con buone ragioni peraltro), ma alla fine hanno ascoltato Mattarella, ubbidendo (Renzi e Zingaretti d’accordo).

Dire che la soluzione trovata entusiasmi è un po’ troppo.

C’è da avere fiducia nella capacità di fare politica della compagine PD che, quanto a peso specifico, vale tre volte i 5stelle.

Durerà? I maligni arrivano a dire come non sia da escludere l’aprirsi di qualche armadio, da entrambe le parti del vecchio governo, e non solo quello che sta scovando la Procura di Milano sul caso Savoini/Salvini, ma in tutti i teatri e teatrini con i quali si è giocato col Paese, il quale, non dimentichiamolo, seconda economia manifatturiera del continente Europa, non potrebbe tollerare più che il Governo del Paese sia in mano a fattucchieri, come appaiono le cosiddette piattaforme più o meno Rousseau.

Grazie, dobbiamo dirlo, all’energia e al prestigio di Sergio Mattarella che si è mosso su uno scenario difficilissimo e poco affidabile, stavolta ne siamo usciti.

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