La fiducia è un elemento, forse il più importante, nei rapporti tra persone; altra cosa è la stima; sono elementi parenti ma cose diverse; si può dire che la fiducia valga più della (sola) stima? Sì. Nella società, nel nostro vivere quotidiano esistono molti spazi assegnati sia all’una che all’altra. Esempi. In una famiglia è normale, ricorrente, che i figli si fidino dei genitori, quindi in molti più casi si evidenzia la fiducia. Usciamo dalla famiglia e il discorso comincia a farsi diverso. Prendiamo la scuola; un alunno può trovare un insegnante talmente bravo che riesce ad avere per lui (o per lei) fiducia. In diversi aspetti: la bravura nell’insegnamento, la saggezza che l’accompagna, il garbo, la cortesia, il tratto educativo, e potremmo continuare;ma è chiaro che la fiducia instaurata comprende la stima e la fa sua. Fortunato lo studente che incontra simili professori, che “sentono” di infondere fiducia nell’alunno. Del tratto di un tal insegnante si può dire che vince perché convince.
Qualche altro (pochi) esempio: il lavoro. Come schema somiglia alla scuola ma qui ci sono categorie un po’ differenti; qui, dal dipendente, normalmente, è più marcato un rapporto di subordinazione (c’è di mezzo lo stipendio) ma di buono c’è l’apprendimento del mestiere, (fino a non escludere l’eventualità di mettersi in proprio) il rapporto con i capi, ecc. Quindi è più verosimile che nel nostro caso prevalga la stima e latiti la fiducia nel senso pieno del termine.
Prendiamo la pubblica amministrazione che normalmente ci eroga servizi: lo sportello è l’esempio emblematico; in questo caso si invera, non sempre ma spesso, che una delle parti eserciti un potere che va oltre in senso negativo alla erogazione di un determinato servizio; quindi stima e fiducia cercasi.
Passiamo alla Chiesa e alla politica.
Il primo esempio è il rapporto tra un cittadino comune e un sacerdote; il quadro somiglia a quello della scuola ma l’uomo di chiesa fa più fatica dell’insegnante per almeno due ragioni, la prima perchè la “collaborazione” è volontaria, la seconda è perché la materia del rapporto è profonda e più difficile, si potrebbe dire più difficile anche per l’uomo di chiesa; i motivi per sbilanciarsi possono essere moltissimi.
Siamo alla politica. Che difficoltà! Nel campo della politica, oltre agli elementi positivi citati fino a qui, nella politica, settore ove, più che in altri, girano quattrini e il potere è maggiore, la stima e la fiducia si palesano con molta scarsità. L’abbiamo appena detto e aggiungiamo: siccome la politica si alimenta con l’esercizio delle elezioni, quello che non si può evitare, ahimè, aumenta col consenso, e i demoni dei quattrini e l’esercizio del potere crescono a dismisura, e la stima e la fiducia vadano a farsi benedire. Salvo qualche eccezione di cui dirò.
Qui aggiungo solo come, se si imbrigliasse la politica togliendo le elezioni, che non si potrebbe perché sono il sale della democrazia, potrebbe sembrare di diminuire le occasioni perverse sopra richiamate. Allora teniamole le elezioni purchè siano indirizzate a una vera consultazione del popolo, invece questa ultima è “truccata” da due fenomeni: il primo è che ormai la metà degli elettori diserta le urne, il secondo è quello, che nessuno affronta perché non conviene, è l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione che vuole (vorrebbe) che i partiti siano strutturati “con metodo democratico”. Li vediamo così? O molti hanno un capo che decide per tutti?
Vengo alle eccezioni.
A mio parere tanta classe politica è saggia e corretta, la individuo nelle amministrazioni locali, Sindaci e Amministratori locali “di qualità” compesano, ma da soli non ce la fanno, l’assetto scadente della “grande politica”.
Altre due (solo due) eccezioni. Parlando con un amico di queste cose ci siamo accorti che, in termini di fiducia, che comprende la stima alla grande, al punto da considerare queste sole due persone i campioni: Papa Francesco e Sergio Mattarella.
Amen.
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