C’è chi li conta gli anni che più di altri hanno fatto la storia. Talmente radicata che, ad ogni fatto importante, e per far capire meglio si aggiunge a.c, o, forse, d.c., e il fatto che la Storia abbia assimilato quelle due locuzioni è di una ragione senza pari perché è Lui che ha fatto la Storia. Il dire ad esempio che quando Lui è nato era sotto l’Impero Romano, sì, proprio quello che l’ha crocifisso, non è sufficiente al punto di collegare la Storia della salvezza alle sigle “avanti Cristo” e “dopo Cristo”.
E facciamolo un collegamento perché Lui, anche se solo al d.c., tra pochi giorni viene da noi ancora una volta, e sono più di 2000 anni che il Suo ricordo è diretto se non a tutto il mondo ma quasi.
E’ il nostro Dio e, se ci pensiamo bene, se affondiamo il cuore in questa ricorrenza, non mancano i brividi. Perché?
Una ricorrenza, un ricordo, una preghiera, una funzione religiosa, che resistono da 20 secoli, sono stati purtroppo turbati da contrassegni incoerenti. Questa incoerenza si fa vivida e drammatica in molte evenienze dove la Storia di Lui è presa come se fosse un contrabbando e nel Suo nome si compiono massacri e distruzioni. Anche questa volta il Bambinello nasce in luoghi che chiamiamo Terra Santa, una grande plaga dove ogni giorno si uccidono molte persone: bambini, donne, uomini, inermi, con la sola colpa di essere poveri. Non è da spiegare col precetto “dar da mangiare agli affamati”.
Ma l’incoerenza ha tante gradazioni; noi ci rifugiamo, com’è spiegabile, nella compassione per i palestinesi, e i molti, molti altri che al mondo muoiono per mancanza di cibo dove, non mi dilungo, il cibo c’è; una incoerenza esagerata, mi ci metto anch’io, che ha raggiunto soglie per definirla sfacciata, e questa smaccata incoerenza non sia tanto il regalo dovizioso, il viaggio costoso la vacanza che uno regala all’altro anche in gara tra questi o quelli che si misurano su chi è stato il più “generoso” e via spendendo. C’è sicuramente lo spazio per condiscendere a qualcosa di più frivolo del solito posto che sia accompagnato sulla grandezza di quel 25 dicembre che segna tutte le comunità e, si sa, come nel nostro mondo, si incontrino difficoltà obiettive: famiglie che faticano a far quadrare i conti con i costi del vivere, della scuola, forse del lavoro che manca …
Qualcuno mi darà del moralista ma se non si dice a Natale quello che si pensa, finiamo nell’elenco di coloro che la grande Festa l’ha dimenticata.
Chiudo riportando un episodio strabico ma vero: in una intervista di una Tv si chiede a due fidanzati in cerca di regali di dare una loro visione sulla festa del Natale; i due si guardano come spiazzati e lui risponde: “quando è risorto il signore?”
Auguri di lieto Santo Natale e per un sereno Anno nuovo da www.liberipopolari.it
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