Scrivo che è venerdì 21 gennaio 2022, lunedì il Parlamento tutto intero più i mandati dalle Regioni
voteranno per l’elezione del Capo dello Stato.
Gli italiani sono per così dire in fibrillazione, se non in ansia. Perché? Perché temono che i loro rappresentanti a Roma facciano fare loro cattive figure, non avendo, sia i partiti politici, sia i rappresentanti “sciolti”, una idea condivisa per scegliere il Presidente della Repubblica, che è il rappresentante di tutti noi italiani, e tutti noi, e siamo tanti, non abbiamo titolo a partecipare; siamo solo spettatori, lo spettacolo sarà recitato da altri. Quello che si vedrà, oltre che da noi, lo vedranno altri Paesi, europei e non solo: in tal guisa sarà la figura, bella o brutta che sarà.
Abbiamo già parlato di Mario Draghi, io spero che la scelta converga su di lui. Certo, anche Draghi non è il Dio sulla terra, ha e avrà i suoi difetti, e, detto tra noi, il principale è un certo atteggiamento “dirigista”, vale a dire di dare ordini e volere essere ubbidito, anche se non penso a un dittatore, intendiamoci.
Ma, riflettiamo, nella situazione nella quale il Paese si trova, non è che un po’ di decisione ci voglia, e quella da difetto diventi un pregio?
Riflettiamo ancora: oggi l’Italia sta vivendo un momento obiettivamente difficile: due sono i titoli: uno è la pandemia, e non mi dilungo sul picco o su altro, basti dire che un buon numero di parlamentari dovrà votare il Capo dello Stato seduti nella loro auto in un parcheggio, per non contaminare l’Aula del Parlamento (e scusate se è poco); l’altro titolo: l’economia. In ballo ci sono molti soldi promessi dall’Europa (PNRR) che sono come la manna del cielo per un Paese che ha sofferto, in termini di lavoro, di occupazione, di fermo delle imprese, ecc., purchè questa occasione, unica, l’Italia la sappia gestire nei modi e nei tempi richiesti dall’Europa. E qui è proprio il caso di ricorrere a una figura che sia all’altezza di questi compiti, e chi se non Mario Draghi che, per la stima e il prestigio che gode in Europa e oltre, tutti ce lo invidiano?
Aggiungo questo: ad ogni male ci vuole la medicina giusta. Lo spettacolo del Paese Italia che, quanto a classe politica, dopo che i partiti sono (quasi) andati a carte quarantotto, si presenta come una grande classe di scolaretti discoli che hanno bisogno di un professore capace. E ci siamo capiti.
Certo, si obietterà, ma il Governo come sarà e chi lo guiderà per rispondere ai bisogni di cui sopra? E’ il vero punto debole, che presume un “messaggio” forte, molto forte, da parte del Presidente della Repubblica, rivolto a tutti i partiti perché si rendano conto che si deve rispondere a un’emergenza (ai tempi si invocava la “salute pubblica”) e allora si prestino a formare o mantenere in vita una maggioranza di Governo senza essere schizzinosi fino allo spasimo (che vorrebbe dire il tracollo); ognuno faccia la sua parte, si trovino compromessi (la politica è l’arte del compromesso) e si trovi un personaggio Presidente del Consiglio, alla svelta, e non sembri paradossale, ma che sia di destra, di sinistra o di centro, importa relativamente; quando la casa brucia l’atteggiamento deve essere uno solo. Del resto cos’è se non questo l’attuale Governo Draghi?
Penso che molti italiani confidino in una soluzione di questo tipo. Il Paese ha il dovere di dimostrarsi adulto e per questo può aiutare la guida e la “benedizione” di un capace Capo dello Stato.
Si arrivi con saggezza alla naturale scadenza della legislatura del 2023. E’ l’auspicio diffuso, altri “ricami” non servono. Auguri!.
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