Il triste periodo di pandemia non ha soffocato le idee per mettere in campo iniziative anche inusuali. E’ successo a tanti, e anche chi produceva molte cose buone, si vedeva costretto a comunicarne gli esiti con modalità stravaganti; ad esempio: sia per un bello spettacolo, in un teatro, dove ci sono gli spettatori che alla fine applaudono, o una più semplice conferenza su un tema il più vario, dove alla fine si sprigiona un dibattito (che è il sale della cultura), tutti gli autori di quei pensieri culturali, si sono dovuti adeguare a comunicare “in remoto”, vale a dire a persone singole piazzate davanti a uno schermo a vedere quel che si può, in aggiunta a una difficoltà a “connettersi”, ma ognuno sostenuto dal “piuttosto che niente”, adeguandosi al “distanziamento” (parola molto usata in questi mesi) imposto dalle autorità, dal minimo di un metro ai chilometri di “Zoom” o simili fratelli.
Siamo a fine giugno 2021, sta passando questo regime? Speriamo.
Ma qui vogliamo parlare di un’altra cosa, parente di molte altre perché di famiglia culturale, che però riesce. È riuscita, sta riuscendo, a sfuggire al regno del “remoto” perché si concretizza in carta stampata: un libro, anzi due, come nel titolo: prima Lecco, poi Mandello.
Di cosa si tratta?
A volte cose semplici, abituali, perfino banali, possono nascondere, nascondono, senza che ci si faccia caso, un bagaglio di conoscenze, di cultura, proprio, che se non ribadite non ci toccano nonostante con esse conviviamo.
Al dunque. Del significato delle vie di cui è intestata la “ragnatela” in una città, tutte, piccole o grandi che siano, sembra inverosimile, molta parte delle persone che abita la stessa città non ne conosce il significato, perfino della strada ove le persone abitano. Si salvano da questo vuoto, o rimozione della memoria, pochissime intestazioni: parliamo di via Roma, di piazza Garibaldi, via Cavour e poche altre; dal sondaggio già il corso Matteotti trova difficoltà a essere collocato.
Ora, si pensi che la città di Lecco si compone di ben 516 toponimi (si chiamano così), quindi una grande quantità di intestazioni da scoprire ed evidenziate in un’opera libraria, nata in avvio di pandemia ma da questa salvatasi forse proprio per la fortuna di essere un libro, comodo da usare nella scuola, ottimo strumento didattico per chi insegna e per chi impara, e utilissimo e di facile accessibilità per ogni persona “curiosa” di imparare come la propria città abbia voluto ricordare, via per via, una persona importante, sia locale che nazionale, o un avvenimento storico, che magari, paradosso, va a cadere in un’epoca in cui l’ufficialità dell’insegnamento della Storia tende a vanificarsi.
Questa opera, dopo Lecco, gli stessi autori che sono Anna Lissoni e Umberto Cogliati, la stanno realizzando per Mandello del Lario e si presume con analogo successo che ha avuto nel capoluogo di provincia presso le 64 scuole con i 1804 insegnanti nelle medesime.
A Mandello quindi sta prendendo corpo un libro che, similmente al lavoro fatto a Lecco, spiega gli analoghi significati.
Perché Mandello? Si potrebbe sintetizzare così. Oggi, a far tempo da almeno un secolo, quella città si caratterizza con molti insediamenti industriali, con produzioni le più varie, tutte con un bacino di mercato internazionale; per citarne solo una, eccezione per non fare torto alle grandissime altre, è perché, proprio in questo 2021 celebrerà in grande il secolo di vita: la Moto Guzzi. Ed è da qui che un numero significativo di ricordi fissati nei nomi di parecchie strade, si direbbe specchiano la storia e, insieme, l’economia mandellese.
Ma, in aggiunta a questo, Mandello vanta non poche esperienze storiche che pure si riflettono nello stradario. Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci ci racconta di talune vie di transito e anche di luoghi che hanno colpito il sommo scienziato.
La città di Mandello può vantare di avere associazioni che si curano delle memorie locali e anche di autori di libri storici di alto livello. Questi aspetti contribuiscono a dare spessore a una Comunità di grande capacità e inventiva.
Per settembre la città, all’avvio delle scuole e in concomitanza con la “Grande Festa” per il Secolo della Moto Guzzi, potrà disporre di questo strumento che nasce col Patrocinio della stessa Amministrazione Comunale.
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