C’è un romanzo del 1989 dal titolo “Dimenticare Palermo” di una scrittrice francese che sembra non abbia mai visto la città.
Ma si può dimenticare Palermo?
La domanda appare sicuramente assurda a chi palermitano non è ma ha conosciuto e amato la città soprattutto in questi suoi ultimi anni di rinascita.
E’ una città piena di contraddizioni e di luoghi famosi in tutto il mondo, quelli che finiscono sulle cartoline e hanno fatto la sua fortuna turistica e culturale.
La Cattedrale, la Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti, l’Orto botanico e la Palazzina cinese, la Palermo araba della Zisa e quella barocca dei Mandamenti, il Duomo di Monreale. Ma tanti altri ce ne sono e altri ne verranno recuperati.
All’ombra del Monte Pellegrino è successo di tutto e di tutto è stato scritto e abbiamo letto.
Ma non è di questo che voglio parlare.
E’ una città che ha parlato fenicio, greco, latino, arabo, francese, spagnolo, inglese, italiano.
E’ stata distrutta in tutti gli stili e maniere.
Ma in questo momento storico di fronte al dramma delle migrazioni, il valore che può salvare l’identità Europea è l’accoglienza e proprio Palermo, con la sua storia millenaria può rappresentare un punto di partenza per recuperare l’identità europea.
Una grande capitale mediterranea, accogliente, molteplice e stratificata per vocazione, un modello per l’Europa.
E’ una risposta alla disgregazione, all’intolleranza, al rifiuto del diverso, che della diversità ha fatto la propria ricchezza. Ci sono stati i coloni fenici e i greci dell’età antica, i monaci bizantini, le dominazioni dei califfi, i re normanni e i viceré inviati dalla corona aragonese.
Ma adesso, in questa città dalle molteplici bellezze e dalle ancora persistenti contraddizioni?
Tornavamo dalla visita alla Zisa e dovevamo prendere il bus per il centro. Non siamo riusciti a trovare i biglietti e pensavamo di acquistarli sull’autobus dal conducente. Non li aveva e ci ha invitati a scendere chiudendo le porte e ripartendo.
Una signora, vedendo il nostro imbarazzo, ci ha offerto due biglietti, non solo, ma, con un sorriso, non ha voluto essere rimborsata; ma quando mai mi è accaduto, e a voi?
Per raccontare una città nei suoi affanni quotidiani non bastano certo queste poche righe.
Ho sempre vissuto Palermo respirandone, attraverso le persone e i luoghi, l’anima, e trovando sempre qualcosa di anticamente nuovo.
Ricordare Palermo per crescere insieme ai suoi abitanti.
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