I sintomi negativi nel calcio giovanile

di Giovanni Colombo e Alessia Ravasi
Standard
gioco giovanile

I settori giovanili nel mondo dello sport, anche in quello del calcio, rispecchiano ancora oggi il calcio vero e autentico; quello dove i bambini trovano la loro dimensione, dove possono correre dietro ad un pallone con la spensieratezza che li contraddistingue e dove possono mettere passione e divertimento.

Purtroppo, dietro a questo quadro apparentemente idilliaco si nascondono sintomi negativi, che il mondo del pallone ha bisogno e deve impegnarsi a superare. Partiamo da quello che è il gioco vero e proprio. Sì, perché il calcio è gioco e gioco deve rimanere. Tutti i bambini hanno diritto a praticarlo, senza dover necessariamente sentire la pressione per il risultato da allenatori e dirigenti. In molte, troppe società, anche nelle categorie dei più piccoli si fanno scendere in campo solo i più bravi e quello che conta è vincere. Non c’è niente di più sbagliato. Quello che conta è divertirsi. Mezz’ora dopo la fine della partita un bambino il risultato nemmeno se lo ricorda, ma ricorderà sicuramente di non aver giocato e di aver giocato poco a favore di qualcuno “più bravo”. Ricordiamoci, non ci stancheremo mai di ripeterlo, che un buon allenatore di settore giovanile deve essere prima di tutto un educatore; prima di formare dei calciatori, devono essere capaci di formare degli uomini.

Altra nota dolente del nostro calcio giovanile sono i comportamenti dei genitori e degli accaniti sostenitori della squadra. La credenza, ormai troppo diffusa, di avere figli “fenomeni” mette a repentaglio la stessa voglia dei ragazzi di giocare a pallone. Dalle prese di posizione nei confronti di allenatori che magari reputano meglio tenere il figlio in panchina, alle vere e proprie “scenate” sulle tribune, insultando l’arbitro o i compagni di squadra che magari se la cavano un po’ meno bene. Ecco, a proposito di “scenate”: insultarsi o venire letteralmente alle mani sugli spalti è una “pratica” che si sta diffondendo decisamente troppo negli ultimi tempi. E, pensare che sono proprio quei signori e signore in tribuna che dovrebbero dare il buon esempio ai ragazzi in campo…spesso succede il contrario. Ci permettiamo di dare un consiglio: lasciate giocare tranquilli i vostri figli, lasciate che facciano le loro esperienze sul campo, così come le faranno fuori. Il campo li aiuterà a crescere e a cavarsela da soli. Se poi saranno bravi, avranno probabilmente opportunità di mettere in mostra le loro doti e di diventare, perché no, professionisti. Ma ricordatevi, diventare professionista non è semplice, la trafila è  lunga  e forse  uno su diecimila potrà sfondare davvero.

Da ultimo, ma non meno importante, come sintomo negativo del calcio giovanile, affrontiamo il tanto discusso tema della “mercificazione” dei giocatori. Le società più blasonate non aspettano altro che fare la voce grossa nei confronti delle più piccole con l’intento di portare via giocatori chiedendo in cambio denaro. Parliamo di Esordienti e Pulcini, quindi bambini la cui età va dagli 8 agli 11 anni, che diventano oggetto di guadagno per i club e, magari, dopo qualche mese dal tesseramento, vengono messi da parte perché “non all’altezza”. Non corriamo con i nostri ragazzi: valutiamo attentamente le proposte evitando di rimanere invischiati in qualche “giro d’affari” da cui si fa fatica ad uscire e che va a discapito, alla fine, solo dei giovani calciatori.

Il calcio è un gioco bellissimo. Lasciamo che rimanga tale.

Scrivi un tuo contributo


Un Commento

  1. Ho letto il discorso che fanno Giovanni Colombo e Alessia Ravasi (lui credo sia dirigente della Federazione Calcio) e lo condivido totalmente. Voglio però aggiungere due riflessioni: la prima per dire che queste sane cose che hanno detto questi due non vengono tanto diffuse, e invece dovrebbero essere chiare a tutti e in tutti i luoghi dove si incomincia a giocare: oratori, campi pubblici, ecc., proprio perchè quel discorso educativo deve essere gridato ai quattro venti; secondo avrei visto bene qualche parola sulle grandi squadre, che sono un autentico malesempio, sia per i soldi che girano sia per le molte corruzioni; perchè sta bene dire ai ragazzini che si deve essere signori, avere stile e educazione,ma purtroppo, se l’esempio deve venire dall’alto, ai vertici di quel bellissimo sport che è il calcio, forse un luogo ambito fin dai ragazzini, vengono molti ma molti mal esempi.