I giovani, l’orizzonte, se lo scelgono?

di Gessica Carelli
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Orizzonte

Quando sono partita i miei non se lo spiegavano. Loro, la generazione dei giovani degli anni ’80.Io negli anni 80 ci sono nata e i racconti li conosco. Mio padre che ha iniziato a lavorare giovane e che, se voleva cambiare lavoro, stampava qualche copia del curriculum, suonava a due porte e, se andava male, già alla terza aveva un nuovo lavoro da cominciare il giorno dopo. Questo è stato il loro modo di approcciarsi al lavoro. Ma oggi? Noi, i giovani di oggi, quali opportunità abbiamo davvero davanti?

Prendiamo una come me, a 34 anni suonati forse tanto giovane non è più. Decide, a 27 anni,  di andare a vivere da sola e per farlo “sceglie” di comprare casa. Suonava come un buon investimento,  prima delle tasse, la casa. Accende un mutuo quando ancora danno il 100%. Bei tempi. I veri giovani d’oggi non potrebbero neanche pensarci.

Arriva la crisi. E da lì a poco c’è, ci deve essere, un secondo lavoro perché nel mentre con uno solo stipendio bollette, tasse, benzina, assicurazione etc.. non sono affrontabili.

Prima fa la barista per pagarsi l’università. E’ strano pensare, a 30 anni suonati, di farlo per pagarsi le spese.

Torno a me. Ad oggi ho un contratto a termine che mi scadrà a breve e quindi mi sono messa a cercare un nuovo impiego. Sono forte di un curriculum potenzialmente interessante avendo una pluriennale esperienza alle spalle. Per questo all’ultimo colloquio, dove mi avrebbero preso per fare quello che so fare bene, mi hanno offerto uno stipendio base per stare fuori di casa 12 ore al giorno, lavorare anche il sabato o la domenica e fare 70 km tra andata e ritorno. Più che un lavoro mi sembra un truffa. Ma se tu rifiuti per inadeguatezza contrattuale ce ne sono già dieci in fila dietro di te per prendere il tuo posto. E quindi?  Rifiutato.

Credo che il mio secondo lavoro mi salverà la vita. Con tutta probabilità a gennaio inizierò a fare la barista in svizzera dove a fronte di 4 giorni di lavoro prenderò uno stipendio doppio rispetto ad uno italiano. Certo. Avrei potuto stare qui a cercare di far prendere il volo alla mia carriera; così mi sento un po’ sminuita dopo una laurea e dopo l’esperienza maturata sin ora. So che avrei potuto sfruttare il mio talento in altro modo. La possibilità  di scegliere il mio orizzonte quindi sembra che io l’abbia avuta. Ho scelto. Ma scegliere diversamente mi avrebbe permesso di vivere una vita dignitosa? Di costruirmi davvero un futuro se non quello lavorativo? Di fare progetti a lungo termine e magari una famiglia?Così almeno dovrei riuscire a mettere pace ai miei rapporti col fisco prima che equitalia bussi alla mia porta!

Ah, all’inizio vi stavo raccontando dei miei genitori che non hanno capito la mia scelta di partire. Come si può spiegare loro l’insoddisfazione che può generare il vivere e il cercare di realizzarsi al giorno d’oggi?

Ed eccoci qua, oggi come in passato, a cercare in giro per il mondo quello che la vita qui, ad oggi, pare non riuscire a darci.

Tanti partono per trovare all’estero quell’occasione lavorativa che qui sembra non arrivare mai. Io invece sono partita per l’Asia, un posto con un modo di pensare e di vivere la vita completamente diverso dal nostro. Sono stata via tre mesi durante i quali ho conosciuto persone, culture, religioni

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Un Commento

  1. Lo scritto di questa signora (signorina) è denso di interrogativi, tutti fondati, che analizzano e riflettono la condizione non rosea dei giovani di oggi. Il suo è un ragionamento che sulle prime si direbbe pessimista, e forse lo è, ma è “purgato” da una intelligenza evidente che dovrebbe assicurarle uno scenario accessibile e qualcosa che la soddisfi (che in parte già annuncia), anche se,data la sua formazione e la sua ambizione, può non essere il massimo.
    E però io le faccio gli auguri accompagnati da un suggerimento: guardi e si confrnti con quei ragazzi che stanno peggio di lei i quali, per scarso q.i. o per la sorte o anche pwer pigrizia, non trovano sbocchi; il guaio è che questi si rassegnino, ma non mi pare la posizione di questa signora Carelli.